LA SCHEDA

 

Profilo storico
Il santuario di Monte Berico


 
Santuario di Monte BaricoLa storia della chiesa di S. Maria di monte Berico affonda le sue radici in un periodo di particolare sofferenza per la città di Vicenza, colpita tra il 1425 e il 1428 da una gravissima epidemia di peste, a cui solo un aiuto celeste sembrava poter porre riparo.

L’intervento divino si manifestò allora proprio su questo monte con due apparizioni della Vergine, la prima del 7 marzo 1426 e la seconda del 1° agosto 1428, ad un’umile contadina: Vincenza Pasini. La donna, testimone di queste straordinarie apparizioni, si fece portavoce della richiesta della Madonna, che prometteva la fine della pestilenza, se in quale luogo fosse stata costruita una chiesa a lei dedicata, per la quale aveva disegnato la pianta con una piccola croce di ulivo. Vincenza, morì poco dopo tali apparizioni. A farsi carico sia della posa della prima pietra, avvenuta il 25 agosto del 1428, sia dell’istruzione di un Processus sulla veridicità dei miracoli, furono le autorità cittadine. La chiesa fu costruita in pochi mesi, come testimonia lo stesso Codice Manoscritto dell’anno 1430 del Processo, il preziosissimo documento conservato tutt’oggi presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza.

La pianta di questa prima costruzione doveva essere piuttosto semplice, ad aula unica, oggi perduta ad accezione della parete meridionale, e dell’affresco di Battista da Vicenza: la splendida Madonna del Magnificat. Resta dei primordi anche la scultura raffigurante la Mater Misericordiae, ricordata dalla fonte del 1430 e attribuita da alcuni studiosi a Niccolò da Venezia, statua che da sempre si venera del Santuario.

Nel 1429 iniziarono anche i lavori per la costruzione di un convento, che ospitò i frati di S. Brigida, prima custodi del Santuario, sostituiti già nel 1435 dai Servi di Maria sotto la guida di Antonio da Bitetto. Si ascrivono al sec. XV una serie di modifiche che portarono ad una completa risistemazione della chiesa secondo le nuove esigenze spirituali: fu eretta una foresteria, costruito, sotto la guida di Lorenzo da Bologna, il coro e nel 1493 iniziarono i lavori del refettorio. La particolare devozione, i lasciti testamentari e le offerte permisero di commissionare importanti opere artistiche (vedi Percorso mediatico), di coinvolgere, nella seconda metà del sec. XVI, anche il maggiore architetto rinascimentale, Andrea Palladio, per un progetto di ulteriore ampliamento della chiesa, che avrebbe tradotto nella pagina il simbolo del Tau.

Santuario di Monte BaricoDi queste opere rimangono alcune fonti documentarie, mentre l’aspetto attuale fu il risultato del grande ampliamento secentesco di Carlo Borella, che vide affiancarsi al vano rettangolare del tempio gotico la costruzione di un edificio a pianta quadrata, con cupola centrale. I prospetti esterni, considerati dalla critica un po’ “forzati” nell’invenzione, furono arricchiti da tre bossorilievi autografati da Orazio Marinali, e da statue, opera dei fratelli marinali coadiuvati da altre maestranze. Durante la soppressione napoleonica la chiesa divenne sussidiaria della parrocchia di S. Silvestro, anche se il vescovo nominò ad officiarla i sacerdoti provenienti dal gruppo servita.

In questi anni (1826) iniziò la costruzione del nuovo campanile, su progetto di Antonio Piovene, che comportò la distruzione del coro laurenziano. Già nel 1835 tornavano i Servi di Maria, che promossero una serie di interventi di restauro tra cui quello del 1860, con la “ricostruzione” dell’antica facciata in stile neogotico, ad opera dell’architetto Giovanni Miglioranza. Intanto i pellegrini si erano intensificati e , nel 1900, il futuro papa Pio X incoronava solennemente la statua di Maria, il cui altare veniva reso ancora più solenne dal restauro del 1926-1928, in occasione del V centenario delle apparizioni.
Santuario di Monte BaricoIl pellegrinaggio è un fenomeno religioso universale. La condizione del peregrinare allude infatti alla struttura più profonda dell’uomo, alla sua natura mobile, alla sua continua ricerca della vera casa. Ad esso sono riconducibili le due dimensioni classiche del pensiero religioso: l'esperienza dell'homo viator, che nel viaggio si fa indagatore delle genti, per giungere ad una più profonda conoscenza di se stesso, e quella del peregrinans, che compie un cammino verso un luogo simbolicamente centrale per vivere un'esperienza di rinnovamento spirituale. Il credente accoglie la chiamata alla salvezza e, sulla scorta di Abramo, "straniero e pellegrino", parte per ricercare la verità profonda del suo cuore: la terra promessa.Il pellegrinaggio ha quindi un fine e un valore sacramentale: la conversione e l'incontro con Dio nella celebrazione della "grazia che salva". Esso, pur non essendo una forma rituale in senso stretto, è per il credente un evento di penitenza e conversione, una tappa del suo cammino nel mondo, della sua historia salutis.

La figura di Maria, Vergine e Madre di Dio, così intimamente legata al mistero dell'incarnazione dei Figlio, diventa il tramite principale per giungere a Cristo e, per mezzo suo, al Padre. Per questo i pellegrinaggi verso i santuari mariani assumono delle caratteristiche proprie: si va a Maria per andare meglio verso Gesù Cristo.


Santuario di Monte BaricoAlla Basilica di Monte Berico giungono ogni anno milioni di pellegrini: questa chiesa posta sul colle a dominare e proteggere la città di Vicenza, diventa la meta di chi intende ripercorrere la strada di Maria, nella sua posizione unica in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Per raggiungerla si "sale", perché il cammino spirituale è un'ascesi verso Dio, che allo sforzo fisico fa corrispondere la fatica interiore della conversione. Due le vie che conducono a Monte Berico: le antiche "Scalette", più volte restaurate, che dall'Arco di Pietra del 1595 arrivano alla metà del colle, e la strada dei Portici settecenteschi , ideati da Francesco Muttoni e articolati in 150 arcate, interrotte ogni dieci da un ripiano. I due percorsi rimandano ad altrettanti simboli, il salire per gradi del primo si conclude proprio con un'iscrizione che invita alla sosta e al ringraziamento alla Vergine per aver concesso, dopo la fatica, di proseguire per una più comoda via “lastricata”, il secondo invece con le 15 sequenze di dieci archi, rinvia il fedele ai misteri del Rosario, recitato durante la salita.


Santuario di Monte BaricoIn cima, maestoso e solenne si apre il Santuario, dove la Vergine, nell'iconografia tipica della Madre di Misericordia, accoglie i fedeli sotto la protezione dei suo manto. In questo luogo, da quasi sei secoli, i Servi di Maria si fanno interpreti di tale vocazione all'ospitalità: accolgono il pellegrino, e gli offrono la possibilità di riconciliarsi e di immergersi nel mistero di Cristo, che fonde il cammino individuale con l'esperienza più ampia di comunità.
Approfondimento tematico
Gli ex-voto


 
Santuario Monte BericoLa nascita del santuario di S. Maria di Monte Berico si lega a un’apparizione celeste: l'epifania della Vergine, che lasciava i segni del suo intervento taumaturgico nel salvare la città dalla peste. La chiesa, sorta proprio a ringraziamento della protezione ricevuta, fu un primo collettivo ex-voto. Qui l'immagine della Madre Misericordiosa, che ben traduce il significato ultimo del miracolo, divenne oggetto di venerazione da parte dei fedeli, custode della memoria dell'evento e manifestazione della sua disponibilità e ripetibilità.


Santuario Monte BericoProprio da un tale culto presero consistenza fenomeni devozionali importanti: processioni, pellegrinaggi, tradizioni e feste. Dal primo prodigio, inoltre, scaturirono tutti gli altri eventi miracolosi, e le pareti del santuario si arricchirono di testimonianze individuali di grazia ricevuta: oggetti, sculture, cuoricini d'argento e tavolette dipinte. Queste ultime, oggi collocate nel Museo di Monte Berico, ripercorrono seicento anni di devozione popolare andando a costituire una delle più importanti collezioni italiane.


Santuario Monte BericoEspressione di gratitudine, ma soprattutto invito alla fiducia nella grazia, sono considerate dagli studiosi la più matura manifestazione del fenomeno ex-voto (A. Vecchi, 1974), capace di rappresentare contemporaneamente il protettore celeste, la Vergine, il rapporto di devozione con il fedele e la narrazione dell'evento miracoloso.

È il singolo devoto, solo di fronte ad un’esperienza di dolore o di paura, che implora l'aiuto della Vergine, e i racconti, sempre nuovi perché legati ad una personale esperienza di angoscia, sono i documenti di un vissuto religioso che si fa testimonianza pubblica. La Madonna invocata non compare quasi mai nell'immagine venerata presso il santuario: essa invece, proprio perché il suo intervento non riguarda una collettività, è rappresentata secondo le varianti della tradizione. Nelle tavolette più antiche è la Madre con il Bambino in braccio che concede la grazia in forza del Figlio, accompagnata a volte da S. Antonio o da altri intercessori, a cui si legava la devozione del committente. Oppure l'immagine è quella con il bastone in mano, spesso a forma di croce, come mostra la tela che narra la storia delle apparizioni fino alla posa della prima pietra. Tra XVII e XVIII secolo, compare e si consolida invece la Vergine coronata e chiusa in un manto, che poi le stampe contribuiranno a diffondere. Nel XX secolo può essere sostituita dallo stesso Santuario, come il luogo sacro a cui ci si votava.

Santuario Monte BericoChe siano nobili o popolani sconosciuti, i committenti hanno voluto lasciare in questo luogo un frammento della loro vita da credenti, e ciò che rende davvero straordinario il Santuario di Monte Berico è che tutto ciò continua, rinnovando ogni giorno la celebrazione di questo "speciale" incontro con Dio.
Percorso meditato

 
L’interno della chiesa, trasformato secondo il gusto barocco, presenta due aule giustapposte di due epoche diverse; la parte quattrocentesca, ove è collocato l'altare maggiore, è definita da tre navate e cinque archi trasversali che poggiano su due file di quattro colonne. La parte settecentesca, è invece caratterizzata da una pianta a croce greca inscritta in un quadrato, sormontato al centro da una cupola, retta da quattro gruppi di pilastri; i bracci minori sono coperti da volte a botte e collegati al corpo centrale da grandiose arcate.


 
Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico

Procedendo dall'ingresso a nord che si apre in direzione dell'altare maggiore incontriamo a destra:
  1. Altare dei Ss. Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria, in pietra tenera di Vicenza, macchiavecchia e marmo nero. È del 1789 e sostituì l'altare del sec. XVI commissionato dalla famiglia Capra a Giovanni Bonvicino. Incorniciava in origine una tela di Alessandro Maganza, oggi perduta; conserva la pala di Pietro Gagliardi, dipinta nel 1888 e raffigurante i Sette santi fondatori che rendono omaggio alla Vergine.
  2. Di fronte si apre l'altare di S. Giovanni Battista, in calcare bianco e marmo, costruito nel 1606, per volontà di Camilla Trissino. Entro una cornice arcuata in calcare bianco è racchiusa la pala di Jacopo Palma il Giovane (1544-1628), raffigurante l'Incoronazione della Vergine; il dipinto, unico rimasto nella posizione originale, presenta in alto la Trinità che incorona Maria e in basso la figura del Battista circondato da altri quattro santi.
  3. Procedendo, a destra, s'incontra l'altare della Madonna degli Angeli: il complesso originario risale al 1591, era dedicato al Battista e incorniciava la pala con il Battesimo di Cristo di Alessandro Maganza , e fu poi dedicato nel 1676 a S. Filippo Benizi. Nel 1815 fu ampiamente modificato, anche nella titolazione, con il trasferimento dell'altare settecentesco appartenente alla chiesa di S. Marco e qui ricomposto ad ospitare la pala della Sacra Famiglia di G. Ménageot, donata nel 1796 ai Servi.
  4. Di fronte si eleva l'altare di S. Filippo Benizi, qui collocato dal 1815. Il manufatto settecentesco sostituì l'originario altare del sec. XVI, della famiglia Cereda, che incorniciava la pala di Alessandro Maganza raffigurante lo Spirito Santo. Oggi conserva la tela di Giovanni Gagliardi con La Vergine tra i santi Filippo Benizi e Giuliana (1890), particolarmente venerati dai Servi di Maria.
  5. Tra l'edificio barocco e quello tardo-gotico, si apre sopra l'arcone la grande tela di Giulio Carpioni (1613-1678), raffigurante la Gloria di Francesco Grimani. si tratta di un dipinto allegorico che presenta il Rettore veneziano circondato da figure femminili raffiguranti la carità, la religione, la pace, la speranza; si noti in particolare la donna in vesti dorate del gruppo di destra, allegoria della città di Vicenza.
  6. Altare della Pietà: la struttura architettonica in pietra tenera della fine del sec. XV, è stata attribuita ad Alvise Lamberti o Ramberti di Montagnana, mentre la mensa in marmi policromi è successiva. Il complesso decorato secondo il gusto naturalistico dell'età umanistica si conclude con una lunetta, ove è inserita una grande conchiglia di effetto plastico chiaroscurale. L’altare incornicia la Pietà di Bartolomeo Montagna, opera datata 1500: raffigura il dolore della Vergine che regge il Figlio morto circondata da S. Giovanni, S. Maria Maddalena e da, probabilmente, S. Giuseppe d'Arimatea, mentre sullo sfondo si apre il paesaggio dei colli.
  7. Altare Maggiore: si erge al centro della chiesa antica, circondato da una balaustra che delimita lo spazio sacro. È opera eseguita negli anni 1926-28, a sostituzione dell'altare cinquecentesco. Si compone di una mensa staccata dalla parete di fondo in marmi pregiati e del paliotto a formelle d'argento, su cui spiccano le figure simboliche del pesce, dell'agnello e della spiga. Sopra la mensa poggia il tabernacolo del sec. XVIII, realizzato a sbalzo da Girolamo Bellavite, a imitare in miniatura la facciata di un tempio barocco. Ai lati si ergono i Santi Filippo Benizi e Giuliana Falconieri, mentre sulla portella è raffigurata la Fede appoggiata alla croce.
  8. Dietro l'altare maggiore, i pellegrini possono sostare sotto l'edicola ove è collocata la statua della Mater Misericordiae, opera quattrocentesca attribuita a Niccolò da Venezia. Addossate alle pareti si vedono invece tre formelle arricchite da bassorilievi, realizzati nel 1926-30 da Giuseppe Zanetti che raffigurano al centro l'Apparizione a Vincenza Pasini e ai lati il Giuramento degli alpini e il Voto della città di Vicenza, espresso nel 1917 .
  9. Le arcate della chiesa gotica conservano raffigurazioni della fine del sec. XIX di Rocco Pittaco, con le Vicende dell'origine del Santuario e l'Apparizione della Vergine a fra Antonio da Bitetto.
  10. Coro: quello originario venne costruito tra il 1476 e il 1480 da Lorenzo da Bologna, gli stalli lignei furono eseguiti da Giacomo Fontana da Mantova e le splendide tarsie da Pier Antonio dell'Abate; ridefinito in occasione dei lavori del campanile, che hanno comportato la perdita del coro originario, attualmente ospita gli stalli provenienti dalla chiesa di S. Bortolo, divenuta parte dell'Ospedale cittadino. Le splendide tarsie di Pier Antonio sono state in parte inglobate negli armadi della nuova sacrestia.
  11. Sacrestia: l'armadio principale ospita nello scomparto centrale l'affresco della Pietà di Bartolomeo Montagna, strappato dal chiostro; lo stesso armadio e quelli di fronte raccolgono alcune tarsie del coro originario, con figure geometriche, cornici e una natura morta.
  12. Penitenzieria: inaugurata nel 1972, opera dell'arch. Sergio Los, ha un ingresso autonomo; concepita per collocare i numerosi confessionali a disposizione dei fedeli che accedono al sacramento della penitenza, è stata arricchita di notevoli opere d'arte: l'affresco della Madonna del Magnificat di Battista da Vicenza (ca. 1375-1438), un importante Crocifisso ligneo del sec. XV, e, sopra l'altare, il gruppo scultoreo della Pietà, opera di manifattura salisburghese, sempre del sec. XV, proveniente dalla chiesa di S. Maria in Foro.
  13. Refettorio antico: ospita oggi numerosi dipinti, in particolare conserva il capolavoro di Paolo Veronese, il Convito di S. Gregorio Magno (1572). La scena, collocata sotto una loggia, rappresenta un episodio della Vita di Papa Gregorio, che, solito ad invitare al suo convito i poveri e i viandanti, avrebbe un gior-no accolto anche Cristo nelle vesti di un pellegrino, pronto a ricompensare tanta generosità con la promessa di una pace duratura. Oltre a questa tela, drammaticamente danneggiata nel corso dei secoli, ma fortunatamente restaurata, sono visibili, tra le altre: la Vergine tra i quattro evangelisti e Il Battesimo di Cristo di Alessandro Maganza (1566-1630). La sala ospita anche un’interessante raccolta di fossili.
  14. Chiostro: iniziato nella prima metà del sec. XV, nel 1476 si componeva già della loggia inferiore; oggi si presenta nella sua forma quadrangolare, con una serie di archi acuti, incorniciati da ghiere a torciglione, poggianti su colonne; al centro è visibile l'originale vera da pozzo tardo-gotica. L’edificio barocco presenta esternamente tre prospetti su cui si aprono altrettanti ingressi al Santuario. La loro decorazione scultorea fu affidata ai fratelli Marinali e bottega.

 
Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico



Prospetto orientale: sulla cornice del lunotto poggi tue della Fede e della Speranza; il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza (tra cui Leonzio, Carpoforo e Gaetano Thiene) e santi della tradizione (tra cui Antonio da Padova e Maria Maddalena); nel registro inferiore sono collocate quelle di S. Sebastiano, S. Vincenzo, S. Rocco e S. Filippo Benizi. Sopra il portale il gruppo scultoreo firmato da Orazio Marinali: la Madonna appare a Vincenza Pasini.

Prospetto settentrionale: in alto la Temperanza e la Giustizia, al centro statue di Profeti, in basso S. Andrea, S. Pietro, S. Paolo e S. Matteo. Sopra il portale, sempre di Orazio Marinali: Vincenza Pasini di fronte ai Deputati della città.

Prospetto occidentale: in alto Allegorie di virtù, al centro Eroine dell’Antico Testamento, in basso S. Bartolomeo, S. Giovanni Evangelista, S. Carlo Borromeo e S. Marco. Sopra il portale, di Orazio Marinali, Posa della prima pietra della chiesa.
 
Santuario Monte Berico
Santuario Monte Berico
Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico

 

 

Percorso meditato

 

L’interno della chiesa, trasformato secondo il gusto barocco, presenta due aule giustapposte di due epoche diverse; la parte quattrocentesca, ove è collocato l'altare maggiore, è definita da tre navate e cinque archi trasversali che poggiano su due file di quattro colonne. La parte settecentesca, è invece caratterizzata da una pianta a croce greca inscritta in un quadrato, sormontato al centro da una cupola, retta da quattro gruppi di pilastri; i bracci minori sono coperti da volte a botte e collegati al corpo centrale da grandiose arcate.


 

Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico Santuario Monte Berico

Procedendo dall'ingresso a nord che si apre in direzione dell'altare maggiore incontriamo a destra:
  1. Altare dei Ss. Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria, in pietra tenera di Vicenza, macchiavecchia e marmo nero. È del 1789 e sostituì l'altare del sec. XVI commissionato dalla famiglia Capra a Giovanni Bonvicino. Incorniciava in origine una tela di Alessandro Maganza, oggi perduta; conserva la pala di Pietro Gagliardi, dipinta nel 1888 e raffigurante i Sette santi fondatori che rendono omaggio alla Vergine.

  2. Di fronte si apre l'altare di S. Giovanni Battista, in calcare bianco e marmo, costruito nel 1606, per volontà di Camilla Trissino. Entro una cornice arcuata in calcare bianco è racchiusa la pala di Jacopo Palma il Giovane (1544-1628), raffigurante l'Incoronazione della Vergine; il dipinto, unico rimasto nella posizione originale, presenta in alto la Trinità che incorona Maria e in basso la figura del Battista circondato da altri quattro santi.

  3. Procedendo, a destra, s'incontra l'altare della Madonna degli Angeli: il complesso originario risale al 1591, era dedicato al Battista e incorniciava la pala con il Battesimo di Cristo di Alessandro Maganza , e fu poi dedicato nel 1676 a S. Filippo Benizi. Nel 1815 fu ampiamente modificato, anche nella titolazione, con il trasferimento dell'altare settecentesco appartenente alla chiesa di S. Marco e qui ricomposto ad ospitare la pala della Sacra Famiglia di G. Ménageot, donata nel 1796 ai Servi.

  4. Di fronte si eleva l'altare di S. Filippo Benizi, qui collocato dal 1815. Il manufatto settecentesco sostituì l'originario altare del sec. XVI, della famiglia Cereda, che incorniciava la pala di Alessandro Maganza raffigurante lo Spirito Santo. Oggi conserva la tela di Giovanni Gagliardi con La Vergine tra i santi Filippo Benizi e Giuliana (1890), particolarmente venerati dai Servi di Maria.

  5. Tra l'edificio barocco e quello tardo-gotico, si apre sopra l'arcone la grande tela di Giulio Carpioni (1613-1678), raffigurante la Gloria di Francesco Grimani. si tratta di un dipinto allegorico che presenta il Rettore veneziano circondato da figure femminili raffiguranti la carità, la religione, la pace, la speranza; si noti in particolare la donna in vesti dorate del gruppo di destra, allegoria della città di Vicenza.

  6. Altare della Pietà: la struttura architettonica in pietra tenera della fine del sec. XV, è stata attribuita ad Alvise Lamberti o Ramberti di Montagnana, mentre la mensa in marmi policromi è successiva. Il complesso decorato secondo il gusto naturalistico dell'età umanistica si conclude con una lunetta, ove è inserita una grande conchiglia di effetto plastico chiaroscurale. L’altare incornicia la Pietà di Bartolomeo Montagna, opera datata 1500: raffigura il dolore della Vergine che regge il Figlio morto circondata da S. Giovanni, S. Maria Maddalena e da, probabilmente, S. Giuseppe d'Arimatea, mentre sullo sfondo si apre il paesaggio dei colli.

  7. Altare Maggiore: si erge al centro della chiesa antica, circondato da una balaustra che delimita lo spazio sacro. È opera eseguita negli anni 1926-28, a sostituzione dell'altare cinquecentesco. Si compone di una mensa staccata dalla parete di fondo in marmi pregiati e del paliotto a formelle d'argento, su cui spiccano le figure simboliche del pesce, dell'agnello e della spiga. Sopra la mensa poggia il tabernacolo del sec. XVIII, realizzato a sbalzo da Girolamo Bellavite, a imitare in miniatura la facciata di un tempio barocco. Ai lati si ergono i Santi Filippo Benizi e Giuliana Falconieri, mentre sulla portella è raffigurata la Fede appoggiata alla croce.

  8. Dietro l'altare maggiore, i pellegrini possono sostare sotto l'edicola ove è collocata la statua della Mater Misericordiae, opera quattrocentesca attribuita a Niccolò da Venezia. Addossate alle pareti si vedono invece tre formelle arricchite da bassorilievi, realizzati nel 1926-30 da Giuseppe Zanetti che raffigurano al centro l'Apparizione a Vincenza Pasini e ai lati il Giuramento degli alpini e il Voto della città di Vicenza, espresso nel 1917 .

  9. Le arcate della chiesa gotica conservano raffigurazioni della fine del sec. XIX di Rocco Pittaco, con le Vicende dell'origine del Santuario e l'Apparizione della Vergine a fra Antonio da Bitetto.

  10. Coro: quello originario venne costruito tra il 1476 e il 1480 da Lorenzo da Bologna, gli stalli lignei furono eseguiti da Giacomo Fontana da Mantova e le splendide tarsie da Pier Antonio dell'Abate; ridefinito in occasione dei lavori del campanile, che hanno comportato la perdita del coro originario, attualmente ospita gli stalli provenienti dalla chiesa di S. Bortolo, divenuta parte dell'Ospedale cittadino. Le splendide tarsie di Pier Antonio sono state in parte inglobate negli armadi della nuova sacrestia.

  11. Sacrestia: l'armadio principale ospita nello scomparto centrale l'affresco della Pietà di Bartolomeo Montagna, strappato dal chiostro; lo stesso armadio e quelli di fronte raccolgono alcune tarsie del coro originario, con figure geometriche, cornici e una natura morta.

  12. Penitenzieria: inaugurata nel 1972, opera dell'arch. Sergio Los, ha un ingresso autonomo; concepita per collocare i numerosi confessionali a disposizione dei fedeli che accedono al sacramento della penitenza, è stata arricchita di notevoli opere d'arte: l'affresco della Madonna del Magnificat di Battista da Vicenza (ca. 1375-1438), un importante Crocifisso ligneo del sec. XV, e, sopra l'altare, il gruppo scultoreo della Pietà, opera di manifattura salisburghese, sempre del sec. XV, proveniente dalla chiesa di S. Maria in Foro.

  13. Refettorio antico: ospita oggi numerosi dipinti, in particolare conserva il capolavoro di Paolo Veronese, il Convito di S. Gregorio Magno (1572). La scena, collocata sotto una loggia, rappresenta un episodio della Vita di Papa Gregorio, che, solito ad invitare al suo convito i poveri e i viandanti, avrebbe un gior-no accolto anche Cristo nelle vesti di un pellegrino, pronto a ricompensare tanta generosità con la promessa di una pace duratura. Oltre a questa tela, drammaticamente danneggiata nel corso dei secoli, ma fortunatamente restaurata, sono visibili, tra le altre: la Vergine tra i quattro evangelisti e Il Battesimo di Cristo di Alessandro Maganza (1566-1630). La sala ospita anche un’interessante raccolta di fossili.

  14. Chiostro: iniziato nella prima metà del sec. XV, nel 1476 si componeva già della loggia inferiore; oggi si presenta nella sua forma quadrangolare, con una serie di archi acuti, incorniciati da ghiere a torciglione, poggianti su colonne; al centro è visibile l'originale vera da pozzo tardo-gotica. L’edificio barocco presenta esternamente tre prospetti su cui si aprono altrettanti ingressi al Santuario. La loro decorazione scultorea fu affidata ai fratelli Marinali e bottega.


 
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Prospetto orientale: sulla cornice del lunotto poggi tue della Fede e della Speranza; il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza (tra cui Leonzio, Carpoforo e Gaetano Thiene) e santi della tradizione (tra cui Antonio da Padova e Maria Maddalena); nel registro inferiore sono collocate quelle di S. Sebastiano, S. Vincenzo, S. Rocco e S. Filippo Benizi. Sopra il portale il gruppo scultoreo firmato da Orazio Marinali: la Madonna appare a Vincenza Pasini.

Prospetto settentrionale: in alto la Temperanza e la Giustizia, al centro statue di Profeti, in basso S. Andrea, S. Pietro, S. Paolo e S. Matteo. Sopra il portale, sempre di Orazio Marinali: Vincenza Pasini di fronte ai Deputati della città.

Prospetto occidentale: in alto Allegorie di virtù, al centro Eroine dell’Antico Testamento, in basso S. Bartolomeo, S. Giovanni Evangelista, S. Carlo Borromeo e S. Marco. Sopra il portale, di Orazio Marinali, Posa della prima pietra della chiesa.
 
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