LA SCHEDA
Profilo storico Il santuario di Monte Berico |
![]() L’intervento divino si manifestò allora proprio su questo monte con due apparizioni della Vergine, la prima del 7 marzo 1426 e la seconda del 1° agosto 1428, ad un’umile contadina: Vincenza Pasini. La donna, testimone di queste straordinarie apparizioni, si fece portavoce della richiesta della Madonna, che prometteva la fine della pestilenza, se in quale luogo fosse stata costruita una chiesa a lei dedicata, per la quale aveva disegnato la pianta con una piccola croce di ulivo. Vincenza, morì poco dopo tali apparizioni. A farsi carico sia della posa della prima pietra, avvenuta il 25 agosto del 1428, sia dell’istruzione di un Processus sulla veridicità dei miracoli, furono le autorità cittadine. La chiesa fu costruita in pochi mesi, come testimonia lo stesso Codice Manoscritto dell’anno 1430 del Processo, il preziosissimo documento conservato tutt’oggi presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza. La pianta di questa prima costruzione doveva essere piuttosto semplice, ad aula unica, oggi perduta ad accezione della parete meridionale, e dell’affresco di Battista da Vicenza: la splendida Madonna del Magnificat. Resta dei primordi anche la scultura raffigurante la Mater Misericordiae, ricordata dalla fonte del 1430 e attribuita da alcuni studiosi a Niccolò da Venezia, statua che da sempre si venera del Santuario. Nel 1429 iniziarono anche i lavori per la costruzione di un convento, che ospitò i frati di S. Brigida, prima custodi del Santuario, sostituiti già nel 1435 dai Servi di Maria sotto la guida di Antonio da Bitetto. Si ascrivono al sec. XV una serie di modifiche che portarono ad una completa risistemazione della chiesa secondo le nuove esigenze spirituali: fu eretta una foresteria, costruito, sotto la guida di Lorenzo da Bologna, il coro e nel 1493 iniziarono i lavori del refettorio. La particolare devozione, i lasciti testamentari e le offerte permisero di commissionare importanti opere artistiche (vedi Percorso mediatico), di coinvolgere, nella seconda metà del sec. XVI, anche il maggiore architetto rinascimentale, Andrea Palladio, per un progetto di ulteriore ampliamento della chiesa, che avrebbe tradotto nella pagina il simbolo del Tau. ![]() In questi anni (1826) iniziò la costruzione del nuovo campanile, su progetto di Antonio Piovene, che comportò la distruzione del coro laurenziano. Già nel 1835 tornavano i Servi di Maria, che promossero una serie di interventi di restauro tra cui quello del 1860, con la “ricostruzione” dell’antica facciata in stile neogotico, ad opera dell’architetto Giovanni Miglioranza. Intanto i pellegrini si erano intensificati e , nel 1900, il futuro papa Pio X incoronava solennemente la statua di Maria, il cui altare veniva reso ancora più solenne dal restauro del 1926-1928, in occasione del V centenario delle apparizioni. |
![]() La figura di Maria, Vergine e Madre di Dio, così intimamente legata al mistero dell'incarnazione dei Figlio, diventa il tramite principale per giungere a Cristo e, per mezzo suo, al Padre. Per questo i pellegrinaggi verso i santuari mariani assumono delle caratteristiche proprie: si va a Maria per andare meglio verso Gesù Cristo. ![]() ![]() |
Approfondimento tematico Gli ex-voto |
![]() ![]() ![]() È il singolo devoto, solo di fronte ad un’esperienza di dolore o di paura, che implora l'aiuto della Vergine, e i racconti, sempre nuovi perché legati ad una personale esperienza di angoscia, sono i documenti di un vissuto religioso che si fa testimonianza pubblica. La Madonna invocata non compare quasi mai nell'immagine venerata presso il santuario: essa invece, proprio perché il suo intervento non riguarda una collettività, è rappresentata secondo le varianti della tradizione. Nelle tavolette più antiche è la Madre con il Bambino in braccio che concede la grazia in forza del Figlio, accompagnata a volte da S. Antonio o da altri intercessori, a cui si legava la devozione del committente. Oppure l'immagine è quella con il bastone in mano, spesso a forma di croce, come mostra la tela che narra la storia delle apparizioni fino alla posa della prima pietra. Tra XVII e XVIII secolo, compare e si consolida invece la Vergine coronata e chiusa in un manto, che poi le stampe contribuiranno a diffondere. Nel XX secolo può essere sostituita dallo stesso Santuario, come il luogo sacro a cui ci si votava. ![]() |
Percorso meditato |
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L’interno della chiesa,
trasformato secondo il gusto barocco, presenta due
aule giustapposte di due epoche diverse; la parte
quattrocentesca, ove è collocato l'altare maggiore,
è definita da tre navate e cinque archi trasversali
che poggiano su due file di quattro colonne. La
parte settecentesca, è invece caratterizzata da una
pianta a croce greca inscritta in un quadrato,
sormontato al centro da una cupola, retta da quattro
gruppi di pilastri; i bracci minori sono coperti da
volte a botte e collegati al corpo centrale da
grandiose arcate.
Procedendo dall'ingresso a nord che si apre in direzione dell'altare maggiore incontriamo a destra:
Prospetto orientale: sulla cornice del lunotto poggi tue della Fede e della Speranza; il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza (tra cui Leonzio, Carpoforo e Gaetano Thiene) e santi della tradizione (tra cui Antonio da Padova e Maria Maddalena); nel registro inferiore sono collocate quelle di S. Sebastiano, S. Vincenzo, S. Rocco e S. Filippo Benizi. Sopra il portale il gruppo scultoreo firmato da Orazio Marinali: la Madonna appare a Vincenza Pasini. Prospetto settentrionale: in alto la Temperanza e la Giustizia, al centro statue di Profeti, in basso S. Andrea, S. Pietro, S. Paolo e S. Matteo. Sopra il portale, sempre di Orazio Marinali: Vincenza Pasini di fronte ai Deputati della città. Prospetto occidentale: in alto Allegorie di virtù, al centro Eroine dell’Antico Testamento, in basso S. Bartolomeo, S. Giovanni Evangelista, S. Carlo Borromeo e S. Marco. Sopra il portale, di Orazio Marinali, Posa della prima pietra della chiesa.
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Percorso meditato |
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L’interno della chiesa,
trasformato secondo il gusto barocco, presenta due
aule giustapposte di due epoche diverse; la parte
quattrocentesca, ove è collocato l'altare maggiore,
è definita da tre navate e cinque archi trasversali
che poggiano su due file di quattro colonne. La
parte settecentesca, è invece caratterizzata da una
pianta a croce greca inscritta in un quadrato,
sormontato al centro da una cupola, retta da quattro
gruppi di pilastri; i bracci minori sono coperti da
volte a botte e collegati al corpo centrale da
grandiose arcate.
Procedendo dall'ingresso a nord che si apre in direzione dell'altare maggiore incontriamo a destra:
Prospetto orientale: sulla cornice del lunotto poggi tue della Fede e della Speranza; il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza (tra cui Leonzio, Carpoforo e Gaetano Thiene) e santi della tradizione (tra cui Antonio da Padova e Maria Maddalena); nel registro inferiore sono collocate quelle di S. Sebastiano, S. Vincenzo, S. Rocco e S. Filippo Benizi. Sopra il portale il gruppo scultoreo firmato da Orazio Marinali: la Madonna appare a Vincenza Pasini. Prospetto settentrionale: in alto la Temperanza e la Giustizia, al centro statue di Profeti, in basso S. Andrea, S. Pietro, S. Paolo e S. Matteo. Sopra il portale, sempre di Orazio Marinali: Vincenza Pasini di fronte ai Deputati della città. Prospetto occidentale: in alto Allegorie di virtù, al centro Eroine dell’Antico Testamento, in basso S. Bartolomeo, S. Giovanni Evangelista, S. Carlo Borromeo e S. Marco. Sopra il portale, di Orazio Marinali, Posa della prima pietra della chiesa.
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